venerdì 12 marzo 2010

L'aumento delle retribuzioni (ottobre-dicembre 2009)

Stamattina l'ANSA ha pubblicato i risultati di alcuni studi dell'Istat, titolando: "in aumento le retribuzioni 2009 industria-servizi. Aumentano più dell'inflazione".

L'aumento delle retribuzioni sarebbe del 2,5% mentre quello dell'inflazione dello 0,8%. In pratica il sottointeso è che viviamo nel mondo delle meraviglie dove, nonostante la crisi economica, le retribuzioni aumentano più del costo dei beni. Dunque dovremmo riuscire a comprare più cose -che costano poco di più- con il nostro stipendio -che è aumentato.

A questo punto è d'obbligo andare sul sito dell'Istat e cercare i risultati di cui parla l'ANSA. Abbastanza facilmente si trovano una serie di grafici riguardanti il quadro economico generale, dal 2005 fino alla fine del 2009. È qui che c'è un bel grafico sulle "retribuzioni contrattuali orarie" -e si può scaricare anche il report sugli indicatori delle retribuzioni di cui in particolare parla l'ANSA (quello sull'industria e i servizi) se si ha la capacità di interpretarlo e la voglia di leggerlo.

Innanzitutto il risultato finale riguarda il quarto trimestre 2009, ma si tratta di un aumento medio dei dati rilevati tra ottobre e dicembre 2009. Dando notizia solo del risultato finale non si da conto della reale tendenza odierna -che non lascia intendere ci sarà un aumento delle retribuzioni, ma una loro flessione (guardando il grafico ci si accorge che in quel trimestre ci sarebbe stato un incremento iniziale e poi una diminuzione, che probabilmente alla data di oggi avrà già riassorbito del tutto il valore della crescita iniziale).

Inoltre è un vero peccato che la prima cosa che si impari della statistica sia che i risultati delle analisi vadano sempre "incrociati" tra loro, e non considerati come comparti a se stanti. Facendo questa operazione di "incrocio" ovviamente ci si accorge che non viviamo in nessun paese delle meraviglie. Il grafico che riguarda l'occupazione nello stesso periodo risulta molto più mesto: siamo in caduta libera.

Allora, cosa significa tutto ciò? Che quelli che un lavoro ce l'hanno guadagnano di più?
Assolutamente no. L'aumento momentaneo della retribuzione oraria, corrispondente a una nuova flessione dell'occupazione, può voler dire che stanno perdendo il lavoro i settori che guadagnano di meno - è così che in percentuale la retribuzione oraria potrebbe essere aumentata: coloro che hanno perso il lavoro, avendo un salario più basso, pesano meno sulla diminuzione totale del salario medio, nonostante incidano in maniera significativa sulla diminuzione delle ore di lavoro totali. Inoltre la nuova flessione registrata all'interno dello stesso trimestre, oltre a non dare alcun segnale positivo sull'aumento della retribuzione, smentisce qualsiasi previsione ottimistica di ripresa del consumo -è questo che vogliono farci credere, affiancando a questo dato quello dell'inflazione che aumenta in percentuale inferiore, o no?

Inoltre, poiché l'occupazione continua a diminuire assieme alla retribuzione oraria, le possibilità sono due: o cominciano a perdere il lavoro anche coloro che erano più agiati oppure le aziende hanno deciso di tagliare loro lo stipendio in qualche modo. O, ancora, tutt'e due le cose.

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