mercoledì 20 luglio 2011

Moon - un film di Duncan Jones

Un thriller psicologico di indubbio valore


Trentatrè giorni. Tanto è bastato a Duncan Jones per confezionare, nel 2009, "Moon" un thriller psicologico e fantascientifico. E un solo attore, Sam Rockwell, alle prese con una base lunare su cui dovrà rimanere per tre anni prima di poter tornare sulla terra dalla propria famiglia. Accanto a lui Gerty, un robot tuttofare programmato per aiutarlo nei suoi compiti. 

La solitudine di Sam è quella dell'uomo, disumanizzato dallo sfruttamento economico esteso ormai anche dei corpi celesti, e la sua ricerca di sè, il suo attaccamento alla speranza di avere un futuro diverso, di poter tornare a casa e riabbracciare la propria famiglia, è l'unica cosa che lo tiene in vita, che gli permette di resistere al tempo sempre uguale, scandito dai soli ritmi del lavoro. Per poi, alla fine, rendersi conto di non avere futuro e nemmeno un passato, ma solo un triste e breve presente davanti a sè.
Bello, coinvolgente e profondo, "Moon" è la prova di come si possano fare film di fantascienza degni di questo nome senza spendere cifre folli, se c'è una buona idea e delle professionalità di rilievo a lavorarci: il film è stato girato interamente in uno studio in Inghilterra ed è costato 5 milioni di dollari. Nulla, se si pensa che lo stesso anno "Star Trek" ne è costati ben 150.

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