giovedì 25 novembre 2010

Quei bravi ragazzi - un film di Martin Scorsese

Premio speciale per la regia alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per Martin Scorsese nel 1990

Scelto nel 2000 per la preservazione nel National Film Registry 
della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.


Un film di venti anni fa che sembra girato ieri. La pellicola racconta la vita da gangster di Henry Hill, un italo-irlandese che fin da ragazzo decide di entrare nel mondo dei "bravi ragazzi" mafiosi della sua città, attratto dal "rispetto" e la ricchezza che comporta l'entrare in quell'ambiente, a far parte della loro "famiglia", fino a quando non avrà qualcosa di più prezioso da preservare: la vita. 


La pellicola si può considerare in qualche modo madre del più recente "Casinò" (1995) nel quale Scorsese ha affinato il racconto in terza persona e i movimenti di macchina, particolari e efficaci, che ne contraddistinguono ormai le pellicole divenute ormai in molti casi vera scuola di cinema. Il cast è strepitoso (Joe Pesci vinse il premio oscar come miglio attore non protagonista) e l'atmosfera risulta assolutamente verosimile. La vita dei boss, i rapporti di forza, gli ammazzamenti e la mentalità dei gangster - così come le regole del gioco cui dovevano sottostare - sono raccontati con un occhio critico e attento ma mai inquisitorio. La fotografia, al solito nelle pellicole di Scorsese, è molto curata e la sceneggiatura asciutta, i cambi di macchina fluidi, veloci e precisi. 


Un tuffo nell'America degli anni 30. Uno dei tanti, memorabili, che Scorsese ha regalato al cinema.

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