mercoledì 4 maggio 2011

Habemus papam - un film di Nanni Moretti

Un film di Nanni Moretti sull'ineluttabile inadeguatezza di essere "papa"


"Habemus papam" è un film sul contrasto tra vita terrena e vita religiosa, tra un impegno pesante come un macigno e la propria piccola natura umana. Moretti gioca sulle due nature, quella dell'impegno, oltre che dell'onore, e del sacrificio di sè e quella dell'umana infelicità terrena. Prende in giro d'un sol colpo la pomposità e le regole della Chiesa cattolica, ben lontane dal scendere  patti con l'umanità dei suoi religiosi, la psicoanalisi che non è in grado di dare risposte utili al dramma del pontefice letteralmente in fuga dalle proprie responsabilità e, infine, l'attesa del mondo intero per le parole di un uomo che sembra trovarsi nel momento sbagliato al posto sbagliato.

Al di là delle implicazioni religiose, bisogna dire che lo spunto è interessante. D'altra parte il papa è semplicemente un uomo che si ritrova sulle spalle un peso al di sopra delle possibilità di molti di noi. È anche vero però che si tratta solo di spunti. La psicoanalisi, la fuga nel passato, il senso di inadeguatezza, l'attesa dei cardinali si perde tutta nello sguardo attonito e speranzoso di questi stessi che guardano le tende smosse degli appartamenti del pontefice dietro le quali c'è una guardia svizzera preposta a fer credere loro che il papa sia lì, a prendere coraggio, piuttosto che in strada in fuga da se stesso - oltre che da loro. Peccato dunque per il finale, precipitoso e spiazzante che, oltre a non dare speranza nelle possibilità di riscatto, nemmeno lascia intravvedere alcun possibile sviluppo dei personaggi. 

Nota di merito al grande Michel Piccoli che ha saputo ben interpretare l'angoscia del pontefice in ogni suo minimo gesto e sguardo, portando lo spettatore a immedesimarsi con un personaggio ben lontano dai soliti.

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