Senza parlare dei problemi più comuni del pubblico impiego, dei concorsi truccati, di amici e parenti di politici e amministratori pubblici sistemati in posti di lavoro di favore, c’è da chiedersi cosa succede se, anche in una situazione di gestione legittima, lo Stato non ha più i soldi per pagare. Se, ad esempio, deve dichiarare un esubero di 300 mila lavoratori pubblici.
Che le nostre finanze barcollino di fronte alla crisi economica, e non solo, non è un segreto. Esattamente come non lo è l'inefficienza delle misure da sempre adottate in questo Paese per far fronte alle difficoltà economiche. Soprattutto perché i privilegi delle caste politiche ed economiche, delle corporazioni e delle lobby di potere non vengono mai modificati, se non al rialzo.
E così, mentre gli stipendi dei lavoratori, anche pubblici, diminuivano, quelli dei politici aumentavano; mentre le banche guadagnavano miliardi con operazioni al limite del legale, i cittadini si facevano carico anche del loro default pagando in tasse e tagli ai servizi.
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