giovedì 30 aprile 2015

VERSO LA DITTATURA MADE BY RENZI

Di certo il voto non ha praticamente nessun valore nel mondo "Occidentale", legittimando di fatto una classe politica che da sola si è nominata tale e la dittatura dei partiti sulla cosa pubblica.

Eppure, i partiti politici si sentono attaccati da quello stesso voto che finora non ha fatto che confermarli al potere, potendo scegliere gli elettori solo tra una o l'altra compagine, facce della stessa medaglia. Forse la paura viene dal fatto che in Parlamento oggi siedono, pure tra contraddizioni e inadeguatezza, forze sostanzialmente fuori dal loro controllo.

Si parla del M5S, non tanto per la sua azione di governo quanto per il suo peso: nonostante il dissenso che esprimono si trasformi, dato il numero esiguo di seggi che gli sono stati assegnati, spesso in una sostanziale inutilità a livello parlamentare, la loro stessa presenza rappresenta per i partiti politici un rischio. Al di là dei problemi insiti nell'elaborazione di una azione politica e nella scelta degli onorevoli, il M5S rappresenta un pericoloso precedente. Da evitare a colpi di maggioranza. E, visto che ci siamo, perchè non occuparsi anche del Presidente della Repubblica, del Consiglio Superiore della Magistratura e della Consulta?

Così ci si avvia - incostituzionalità permettendo - verso una dittatura tutta renziana che, con buona pace di chi pensa che la "governabilità" sia più importante della "rappresentanza" e dunque che nessuna minoranza debba mettere i bastoni tra le ruote del governo - (il)legittimamente al potere (per motivi legati soprattutto alla legge elettorale che già ci ritrovavamo), dovrebbe essere trattata come tale.