venerdì 26 febbraio 2010

La RU 486 e l'aborto "facile"

Senza andare a analizzare la legge in proposito, i rigidi limiti temporali e i casi clinici, non credo sia facile abortire. Anche se dal 10 Dicembre 2009 in Italia è stata introdotta la RU 486 - la famigerata pillola abortiva. Non credo ugualmente che sia facile, anche se si tratta di ingurgitare una pillola e stare ad aspettare invece di stare sotto i ferri.

E mentre in Italia la Chiesa Cattolica scalpita -come se, appunto, la RU 486 potesse far aumentare il numero di aborti per semplicità di deglutizione, in America una ventisettenne racconta il suo aborto su Twitter, per "sdrammatizzare" l'aborto. Ha scritto dei suoi crampi e del suo sanguinamento a una ampia platea di Netizen dediti all'uso di Twitter.

Ora, al di là delle scelte personali, al di là della legge, non c'è niente di poco drammatico in un aborto. Altrimenti non esisterebbero consultori, psicologi nelle sale d'aspetto e movimenti pro e contro, tutt'oggi - che la legge per l'aborto esiste da anni. Le donne non sarebbero obbligate ad avere un colloquio per spiegare le ragioni della propria scelta a un dottore. E questo non sarebbe obbligato a rimandarle a casa a "riflettere" per una settimana dopo questo colloquio.

Non per questo non bisogna parlarne: delle cose dolorose, forse più che di quelle felici, bisogna sapere. Bisogna che le ragazze e i ragazzi di questo Paese -e non solo- siano educati alla sessualità, oltre che alla contraccezione: non basta dar loro in mano un preservativo per farne degli uomini e delle donne. Mi domando però se non sia offensivo per la delicatezza stessa della situazione "sdrammatizzare" in questo modo - con un racconto su Twitter - un'interruzione di gravidanza.

Forse no. Forse è sdrammatizzante digitare su una tastiera i sintomi dati dal farmaco, invece che confidarli a qualcuno in carne e ossa -o forse è "inumanizzante". Forse è più semplice "non affrontare" la cosa, depositandola on line agli occhi indiscreti della gente, trincerandosi dietro uno schermo, dietro le parole, piuttosto che guardarsi allo specchio e cercare di vincere la paura e l'angoscia di un aborto. Chissà se la Jackson avrà pianto - e chissà se qualche suo compagno virtuale in questa brutta avventura se l'è chiesto oppure no. Stiamo diventando "virtuali" anche nella vita reale.

giovedì 18 febbraio 2010

Bankitalia difende l'indifendibile ovvero come nascondere la pagella e vivere felici (per un po')

Le operazioni di finanza derivata sono pulite. O meglio, ce le vogliono far passare come tali.

In pratica Bankitalia se ne lava le mani, dicendo che tali operazioni con "il fine di diminuire il costo del debito pubblico" sarebbero state verificate e certificate da Eurostat, e giustificate dalla Commissione europea.

Forse non tutti sanno che l'Eurostat (Ufficio Statistico delle Comunità europee) non è altro che una sorta di Istat europeo, un'enorme macchina di elaborazione dati, che dovrebbe servire alla Commissione europea per elaborare programmi economici e prendere decisioni di natura economica e finanziaria. Ovviamente ha un'importanza strategica per la Banca Centrale Europea, che si avvale dei suoi risultati statistici per la definizione delle sue politiche monetarie e di finanziamento agli Stati europei.

Detto questo, l'Eurostat stesso oggi sembra "incerto" sull'uso o meno degli swap su valute da parte della Grecia per nascondere il debito pubblico all'Unione Europea.

Ma, aspettando altre notizie, mi domando: come diamine è possibile nascondere a una rete di spie organizzata come quella dell'Eurostat una cosa del genere?

In realtà, basta poco.
Lo swap su valute (o CCS=cross currency swap) è uno strumento finanziario complesso, grazie al quale due controparti (in questo caso la Grecia e Goldman Sachs) si scambiano un capitale iniziale, degli interessi e un capitale finale, espressi però in due valute diverse. In pratica, nel 2002, la Goldman Sachs avrebbe organizzato lo swap e venduto 15 miliardi di dollari di titoli per Atene. Il vero atto delinquenziale è stato poi quello di stabilire questo swap con tassi di cambio non reali, ma al rialzo, in modo che nelle tasche greche arrivassero dei crediti aggiuntivi (pare 1 miliardo di euro in più). Tali transazioni dovranno però adesso essere pagate, facendo aumentare vertiginosamente il già pesante debito pubblico della Grecia. Goldman Sachs, da parte sua, avrebbe permesso così alla Grecia di presentare dei conti pubblici decenti nel 2002 (poiché gli swap non figurano come debiti), a fronte di una commissione di 300 milioni.

Il risultato di tutto questo è l'aggravarsi della crisi economica della Grecia. Perché, se è vero che è riuscita a "nascondere la pagella" all'Eurostat, e quindi a non venir meno, almeno virtualmente, al famoso patto di stabilità, nel 2002, è anche vero che adesso si trova sull'orlo del precipizio.

mercoledì 10 febbraio 2010

sabato 6 febbraio 2010

La "campagna" fa tendenza

Sembra che la campagna faccia tendenza, che quattro italiani su dieci, dopo aver passato 2 ore in mezzo al traffico, e altre 8 dietro a una scrivania, cerchino di svagarsi coltivando la terra. Bisogna dire che nella maggior parte dei casi si tratta di piccoli orti da giardino o terrazzo - che non hanno niente a che vedere col lavoro contadino vero, quello che presuppone, ad esempio, di alzarsi alle cinque di mattina. Insomma, cercando di non cadere in una visione bucolica della campagna, che per un contadino tanto bucolica non è, bisogna dire che nella tendenza a farsi l'orto in casa c'è forse qualcosa di più della voglia di risparmiare 10 euro al mercato.

Lavorare la terra è davvero il lavoro più antico del mondo, nonostante nel senso comune si creda sia un'altro. E non è tanto -o solo- il contatto con la natura a renderlo "speciale". È soprattutto il fatto che il lavoro contadino permette a ognuno di prendersi cura di qualcosa e di ottenerne in cambio dei benefici diretti, ottenere dei risultati visibili.

Quello che stupisce però della ricerca di Coldiretti in proposito è considerare "Farmville" (uno dei giochi che si possono trovare su facebook) come parte di questa tendenza. Diciamo la verità, non è detto che chi giochi a Farmville sappia, o voglia, coltivare la terra. Tantomeno è detto che ricerchi lo stesso tipo di svago di chi invece l'orto ce l'ha sul serio. Anzi, credo proprio che se facessimo una ricerca scopriremmo che chi gioca a Farmville lo tratta esattamente come un tamagotchi - quel gioco a tempo che consiste nel prendersi cura di un cucciolo o addirittura un figlio virtuale. Eppure quando Aki Maita divenne famoso grazie a questa sua invenzione nessuno disse che andava di moda la pet terapy. E difatti non era così: si cercava di sostituire un animale domestico con un videogames. Ovviamente l'esperimento non è riuscito: nonostante il grandissimo successo dei tamagotchi sfido chiunque a dimostrare che giocare con questi o avere un cucciolo -men che mai un figlio- sia la stessa cosa.
E allora perché dire che va di moda la campagna, se in realtà il vero boom è legato a un giochino virtuale - che altro non fa che confermare il successo dei social network, essendo legato a facebook?

La campagna fa tendenza. O meglio, fa tendenza Farmville.

venerdì 5 febbraio 2010

Quando non le desideri più

Le donne e gli uomini hanno desideri grandiosi.

Vogliono essere buoni amici, ottimi amanti, figli e genitori perfetti.
Vogliono guardarsi allo specchio e trovarsi puliti. E vogliono smettere di guardarsi per cercare se stessi negli occhi degli altri.

Vogliono ridere davanti ai guai - ma non davanti alla vita- piangere d'emozione - ma mai a causa di un dolore troppo forte per essere sopportato.

Vogliono dire le parole giuste - ma spesso tacciono quando non ce ne sarebbe bisogno.

Vogliono imparare tutto, ma il loro pensare è quasi sempre più veloce del necessario.

Vogliono avere delle giornate piene. Essere duri sul lavoro e dolci in casa. Sensuali con i propri amanti, rassicuranti con i propri figli.

Ma, forse, in tutto questo c'è solo il desiderio di essere amati.

...

Spesso le cose accadono quando non le desideri più.

lunedì 1 febbraio 2010

Bertolaso: ministro subito!

Non facciamo caso al fatto che un rappresentante del nostro Stato, all'estero, quando parla, parla per lo Stato Italiano, e non per sé stesso. Lasciamo stare che se questo si lamenta della gestione degli aiuti umanitari a Haiti, e questi sono stati fin dall'inizio pompati su tutti i media come attività di vanto della potenza militare americana, è logico che ce l'abbia con gli USA. E lasciamo stare pure la crisi di nervi della Clinton che, come ogni donna, non può non entrare in polemica con chi la critica. Facciamo pure finta che ci sia un qualche altro misterioso gestore degli aiuti umanitari a cui Bertolaso si riferiva - l'importante per lui era dichiarare che non si riferisse al gigante americano, non trovare una spiegazione decente alle sue parole.

Eppure, nonostante tutti questi sforzi di immaginazione, non si può fare a meno di notare che la "promozione" berlusconiana sappia di epurazione.
Probabilmente Guido ormai doveva sparire, dalla protezione civile - non solo da Haiti. E l'esperto di pulizia, quello capace di rifarsi una verginità politica e personale a ogni conferenza stampa, non ha pensato a nulla di meglio che a promuoverlo. Come faceva Napoleone - che nominava generali, conti, re amici e parenti come nulla fosse- così il Silvio nazionale ha nominato Bertolaso ministro. O meglio, ha dichiarato di volerlo fare. Quale ministero voglia "donargli" - visto che l'assegnazione si fa a inizio legislatura - e quale ministro fare fuori per lui magari "premiandolo" a sua volta con una poltrona ancora superiore - o se la sua intenzione sia di inventarsene di sana pianta uno nuovo, ancora non è dato sapere.