venerdì 7 maggio 2010

A Atene si gioca una partita europea

A Atene si gioca una partita europea. La partita dell'Euro contro il Dollaro, della Finanza contro la Politica.

La ricetta per salvare la Grecia è pesante. Si parla di congelamento dei salari e "maggiore flessibilità nel settore privato" (che, in soldoni, significa per i lavoratori non avere alcuna tutela). Di taglio di tredicesima e quattordicesima. Di aumento di iva e tasse. È pesante per il popolo greco.

Il vero problema è che a fare le spese di questa crisi, esasperata e trascinata dalla banche, saranno, un'altra volta, solo i lavoratori. Nel famoso piano di "austerità" non c'è nemmeno un accenno ai veri responsabili - le banche, appunto, ma anche gli istituti finanziari - dello sfacelo dello Stato greco. Prima c'è stato l'uso di strumenti finanziari (ccs)* per entrare in Europa, e l'inevitabile aumento vertiginoso del debito pubblico. Poi la speculazione sui titoli di Stato, venduti in massa per costringere la Grecia ad aumentare l'interesse sui titoli - in questo modo si è aggravata ulteriormente la spesa che sarà necessaria a riacquistarli in futuro (tali titoli, a questo punto rischiosissimi, sono molto appetibili per il mercato dei Cds, che sono delle assicurazioni sulla loro insolvibilità - i famosi "derivati"). Ora l'attacco all'euro - il cui cambio infatti è al minimo storici - da parte dei maggiori hedge fund americani (tra cui Morgan Stanley), che guadagneranno il 100% del loro investimento nel caso in cui l'euro precipiti fino alla parità col dollaro e che - ovviamente - stanno facendo e faranno di tutto perché ciò accada.

In pratica, esattamente come in ogni Stato che abbia salvato le banche con soldi pubblici nell'ultimo anno, si chiede alla gente comune di pagare - ancora - per dare la possibilità a chi li ha già derubati di continuare a farlo.

In questi giorni le manifestazioni di Atene sono ai massimi storici per partecipazione. È inutile che i giornali titolino che gli "anarchici" hanno assalito le banche: fossero anche "nazisti" o "bolscevichi" non c'è niente che possa esimerci dall'essere solidali col popolo greco. Gli appelli all'"unità nazionale" sono ridicoli. È proprio il popolo, è proprio quell'unità nazionale ritrovata a farsi sentire.  Inoltre - è importante ricordarlo - non sono solo i "comunisti" o gli "anarchici" a considerare le misure di austerità ingiuste. Sono i sindacati. Sono gli economisti - anche il francese Jean Paul Fitoussi, ad esempio. Vogliamo dare dell'"anarchico" anche a lui?





*Lo swap su valute (o CCS=cross currency swap) è uno strumento finanziario complesso, grazie al quale due controparti (in questo caso la Grecia e Goldman Sachs) si scambiano un capitale iniziale, degli interessi e un capitale finale, espressi però in due valute diverse. In pratica, nel 2002, la Goldman Sachs avrebbe organizzato lo swap e venduto 15 miliardi di dollari di titoli per Atene. Il vero atto delinquenziale è stato poi quello di stabilire questo swap con tassi di cambio non reali, ma al rialzo, in modo che nelle tasche greche arrivassero dei crediti aggiuntivi (pare 1 miliardo di euro in più). Tali transazioni dovranno però adesso essere pagate, facendo aumentare vertiginosamente il già pesante debito pubblico della Grecia. Goldman Sachs, da parte sua, avrebbe permesso così alla Grecia di presentare dei conti pubblici decenti nel 2002 (poiché gli swap non figurano come debiti), a fronte di una commissione di 300 milioni. 

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