Antipolitica. Una parola che rappresenta tutta la carica emotiva contro i giochi di palazzo venuti alla luce - o meglio balzati all'onore delle cronache - in questi anni. E che, soprattutto, porta in sè un colpevole travisamento di significato.
Quando Napolitano ne parla però non si può pensare lo faccia senza capire la differenza tra ciò che vuole fare intendere e quello che dice veramente. Un discorso, quello all'Accademia dei Lincei, misto di paternalismo e nazionalismo che richiama alla responsabilità il popolo italiano reo di essersi fatto trascinare in un vortice di eversione "antipolitica". E così il Presidente più longevo della storia d'Italia, quando dice che "la crisi in atto ha segnato un grave decadimento della politica, contribuendo in modo decisivo a un più generale degrado dei comportamenti sociali, a una più diffusa perdita dei valori che nell'Italia repubblicana erano stati condivisi e operanti per decenni" dà per assodato che il Parlamento non sia in mano ai partiti politici, istituzioni private a fini prettamente personali che mantengono, distribuiscono, piegano e utilizzano il potere e i relativi benefici in termini privati che ne possano derivare - in buona parte, ma non solo, economici.
"Da troppo tempo - dice ancora Napolitano - si colpisce impunemente il funzionamento degli istituti principali della democrazia rappresentativa, non solo si stracciano in un solo impeto una pluralità di valori tradizionali o comunque vitali, ma si configura la più grave delle patologie con cui siamo chiamati come Paese civile a fare i conti: quella che penso possiamo chiamare la patologia dell'anti-politica". Napolitano invoca dunque "una larga mobilitazione collettiva volta a demistificare e mettere in crisi le posizioni distruttive ed eversive dell'anti-politica". Due concetti con i quali, fuori contesto, si può essere d'accordo, eccome: intendendo con la parola "politica" l'amministrazione della cosa pubblica a favore della collettività e dunque con "antipolitica" tutto quello che la mistifica, senz'altro sarebbe utile un repulisti che possa dare "ragionevoli speranze per il futuro dell'Italia" - frase utilizzata invece dal Presidente additando l'opposizione parlamentare, che pure troppo spesso risponde alle solite logiche di contrattazione tra partiti, come fautrice di "cieche spirali di contrapposizione faziosa" che bloccano il lavoro del Parlamento. Ebbene in questo nuovo sistema di significato proprio di quella mobilitazione contro la vera "antipolitica" bisognerebbe farsi carico.
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