giovedì 18 febbraio 2010

Bankitalia difende l'indifendibile ovvero come nascondere la pagella e vivere felici (per un po')

Le operazioni di finanza derivata sono pulite. O meglio, ce le vogliono far passare come tali.

In pratica Bankitalia se ne lava le mani, dicendo che tali operazioni con "il fine di diminuire il costo del debito pubblico" sarebbero state verificate e certificate da Eurostat, e giustificate dalla Commissione europea.

Forse non tutti sanno che l'Eurostat (Ufficio Statistico delle Comunità europee) non è altro che una sorta di Istat europeo, un'enorme macchina di elaborazione dati, che dovrebbe servire alla Commissione europea per elaborare programmi economici e prendere decisioni di natura economica e finanziaria. Ovviamente ha un'importanza strategica per la Banca Centrale Europea, che si avvale dei suoi risultati statistici per la definizione delle sue politiche monetarie e di finanziamento agli Stati europei.

Detto questo, l'Eurostat stesso oggi sembra "incerto" sull'uso o meno degli swap su valute da parte della Grecia per nascondere il debito pubblico all'Unione Europea.

Ma, aspettando altre notizie, mi domando: come diamine è possibile nascondere a una rete di spie organizzata come quella dell'Eurostat una cosa del genere?

In realtà, basta poco.
Lo swap su valute (o CCS=cross currency swap) è uno strumento finanziario complesso, grazie al quale due controparti (in questo caso la Grecia e Goldman Sachs) si scambiano un capitale iniziale, degli interessi e un capitale finale, espressi però in due valute diverse. In pratica, nel 2002, la Goldman Sachs avrebbe organizzato lo swap e venduto 15 miliardi di dollari di titoli per Atene. Il vero atto delinquenziale è stato poi quello di stabilire questo swap con tassi di cambio non reali, ma al rialzo, in modo che nelle tasche greche arrivassero dei crediti aggiuntivi (pare 1 miliardo di euro in più). Tali transazioni dovranno però adesso essere pagate, facendo aumentare vertiginosamente il già pesante debito pubblico della Grecia. Goldman Sachs, da parte sua, avrebbe permesso così alla Grecia di presentare dei conti pubblici decenti nel 2002 (poiché gli swap non figurano come debiti), a fronte di una commissione di 300 milioni.

Il risultato di tutto questo è l'aggravarsi della crisi economica della Grecia. Perché, se è vero che è riuscita a "nascondere la pagella" all'Eurostat, e quindi a non venir meno, almeno virtualmente, al famoso patto di stabilità, nel 2002, è anche vero che adesso si trova sull'orlo del precipizio.

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