lunedì 8 marzo 2010

Le Banche e il baratro

Intesa San Paolo -e non è la sola- ha ben pensato di affrontare la crisi economica lanciando una bella campagna pubblicitaria nella quale imprenditori padri di famiglia o giovani ragazze decidono di rischiare tutto quello che hanno e di mettersi sul groppone un bel prestito per "realizzare un sogno" - in pratica per investire in un progetto nel quale il vero e sicuro vincitore è solo uno: la banca che ne ricaverà un credito.

Ora, lo stato attuale delle cose non è un segreto per nessuno che non abbia voglia di mentirsi. Siamo sull'orlo del burrone. Questo sistema, questo modo di vivere consumando oltre il limite del consumabile, alla fine ci ha logorato. Non solo. Al punto in cui siamo il sistema tutto si sta contorcendo su se stesso, sta mostrando tutti i difetti, tutti i nodi e alla fine imploderà. O almeno dovremmo augurarci che imploda, si porti via tutta la schifezza che ha sparso su questa terra, e ci lasci vivere in pace, godendo dell'unica vera ricchezza che abbiamo -e che abbiamo sempre avuto: il tempo.

Questo momento, probabilmente, è solo un momento di passaggio. La gente consumerà di meno - ancora per necessità e non per scelta. Le fabbriche chiuderanno o verranno convertite. La tensione sociale crescerà al diminuire dei posti di lavoro. L'unica possibilità che abbiamo, mentre guardiamo giù dal burrone, di non cadere e sfracellarci al suolo è resistere al -fisiologico- senso di vertigine. Resistere agli sprechi -divenuti la norma- e concentrarci sul nostro vivere quotidiano, su quello che -al di là del denaro, dello shopping, dei falsi miti che ci siamo costruiti ben bene in questo secolo per fotterci l'esistenza- ci fa stare bene.

Ovviamente nessuno pretende che le banche, che hanno fatto la loro fortuna sull'invenzione del denaro e della borsa, possano avere, o comunque aver voglia di diffondere, una visione del genere di questo momento storico. Nessuno pretende che guardino verso lo stesso baratro. Ma che consiglino di investire soldi che nessuno ha, in un momento come questo, è -letteralmente- come spingere giù chi invece sull'orlo di quel burrone è costretto a viverci.

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