domenica 14 agosto 2011

La crisi im-prevedibile come i semi del cocomero

E così, mentre gli italiani si preparano alla grande festa del cocomero di Ferragosto, in Parlamento il caldo crea dei problemi alla memoria dei suoi illustri frequentatori. L'ultimo gavettone di quest'anno si gioca sulla prevedibilità o meno della crisi economica, a tre anni dal suo palesarsi. È come aprire un cocomero a Ferragosto per tre anni di seguito e stupirsi ogni volta della presenza dei semi al suo interno. 


”La legge finanziaria per il triennio è basata sul presupposto di una crisi in arrivo e in intensificazione”. 
Sono parole di Giulio Tremonti, pronunciate nel novembre del 2008, quando si ergeva a paladino dell'economica italiana, prometteva di sostenere quei consumi che invece avrebbe depresso, di non aiutare quelle Banche che invece avrebbe aiutato, di non effettuare i tagli che  continua a fare e non toccato quei redditi medio-bassi che invece avrebbe intaccato pesantemente. Era l'anno in cui il governo fingeva un sicuro ottimismo, in cui, sempre per citare Tremonti, l’Italia avrebbe dovuto mantenere "nei prossimi tre anni un rapporto tra deficit e Pil al di sotto del 3 per cento”. 
La crisi, in ogni caso, il Ministro dell'Economia dichiarava di averla largamente prevista, da grande economista qual'è, pavoneggiandosi nonostante alla sua presunta previsione non era stata comunque seguita da alcuna reale misura di contenimento della crisi. 
Strano dunque, ma comprensibile umanamente, come oggi dichiari a favore di telecamera che il tracollo finanziario della Borsa "non era prevedibile" e che scriverà un libro sull'argomento. Nel quale, c'è da scommetterci, non troveranno spazio le sue stesse parole di solo qualche anno fa.

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