martedì 25 ottobre 2011

Pugno duro per la Tav, guanti di velluto per gli evasori

da La Voce del Ribelle
di Sara Santolini

Lo avevamo previsto ed è puntualmente successo: la norma per la creazione di «aree di interesse strategico nazionale» inserita nel ddl Sviluppo serviva a bloccare le proteste in Val di Susa e a permettere di terminare i lavori per la Tav, costi quel che costi e che piaccia o meno alla popolazione.
Come si legge negli atti, allo scopo di «assicurare la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione e garantire (...) il regolare svolgimento dei lavori del cunicolo esplorativo de La Maddalena, le aree ed i siti del comune di Chiomonte, individuati per l'installazione del cantiere della galleria geognostica e per la realizzazione del tunnel di base della linea ferroviaria Torino-Lione» le aree interessate dai lavori sono infatti state dichiarate di interesse strategico nazionale. E pertanto, in forza di questo riconoscimento, le sanzioni arrivano a prevedere il carcere: «fatta salva l'ipotesi di più grave reato, chiunque si introduce abusivamente nelle aree ovvero impedisce o ostacola l'accesso autorizzato alle aree medesime è punito a norma dell'articolo 682 del codice penale: arresto da tre mesi ad un anno o ammenda da euro 51 a euro 309, per l'ingresso arbitrario in luoghi ove l'accesso è vietato nell'interesse militare dello Stato».
Il pugno duro, però, il governo lo mostra solo con chi non vuole fare il suo gioco: nel contempo ci si accinge a regalare l’impunità agli evasori di tutta Italia grazie ai 12 condoni infilati qua e là tra le pieghe del decreto.
Nella bozza, inoltre, è stata inserita l'approvazione unica del progetto preliminare per le opere strategiche che permetterà al Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) di «valutare il progetto preliminare ai fini dell'approvazione unica dello stesso, assicurando l'integrale copertura finanziaria del progetto». Il che, in soldoni, si traduce nell’obbligo per il Ministero dell’Economia di trovare i fondi per tali opere. Prima di quelli per la scuola, per la sanità, per la cultura, per i trasporti.
Oggi tocca alla Tav. Domani, chissà, potrebbe diventare opera strategica il famoso, inutile e costoso ponte sullo Stretto tanto caro a Matteoli.

Sara Santolini

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