mercoledì 4 agosto 2010

La Privatizzazione dell'Ambiente



Ciao Charlie,

siamo d'accordo sul punto uno (gestione senza prospettiva della aree protette) ma, come saprai già, non sul punto due (nucleare).

Nel resto dell'articolo non parlo di nucleare ma della "credibilità" della Prestigiacomo (chi si ricorda che già nel 2008 aveva proposto la privatizzazione mentre ora fa la gnorri?), dei Parchi come poltrone di comodo per i "trombati" della politica (da SEMPRE) e del fatto che, a parer mio, non si risolve il problema dell'ambiente con la privatizzazione.

Insomma, cercano ancora di farci credere che, se una gestione "pubblica" non funziona l'unica soluzione è privatizzare. Ma il privato, si sa, fa il proprio interesse, mica quello degli altri - in questo caso, dico, mica quello dell'ambiente. 

Siamo seri: chi glielo fa fare a un privato a investire, ad esempio, in tutela della biodiversità se non gli rientrano i soldi in qualche modo e se non ci guadagna? E lo Stato, che non è stato capace di obbligare gli enti -pubblici, appunto- a curarsene come dovevano, sarà ora in grado di obbligare un privato a farlo?

Per l'esattezza credo non ci pensi proprio. Questa privatizzazione, che invece io temo proprio si farà - come quella dell'acqua e, proprio oggi, dei trasporti anche marittimi - fa il paio con la sanatoria senza vincolo della tutela ambientale. 

Quello che credo io è che vogliano privatizzare i Parchi rendendoli in un futuro non tanto lontano non solo non più liberamente accessibili (perché rinunciare a questa rendita?), ma anche pieni di attrazioni turistiche in barba al paesaggio, alla tutela della biodiversità, dell'habitat eccetera. 
E mi preoccupo soprattutto perché vedo, proprio come te, quanto il problema ambientale sia poco sentito a tutti i livelli della politica - e non solo - in questo dannato Paese. 

Per quanto riguarda il nucleare sono assolutamente contraria. Non solo perché il nostro è un Paese a pericolo sismico medio-alto, non solo perché nessuno ancora ci spiega che fine faranno le scorie - continueremo a spararle in giro con le bombe all'uranio impoverito? Le manderemo sulla luna come in "Spazio 1999"?- e nemmeno solo in rispetto del referendum di cui parlo nell'articolo. La mia è anche un'opposizione "esistenziale": dobbiamo deciderci a consumare di meno e meglio, a cercare soluzioni a lungo termine, a prenderci la responsabilità verso le generazioni future di quello che facciamo.

A presto
Sara



1 commento:

Charlie 10 ha detto...

Riporto alcune brevi osservazioni sugli argomenti che hai sottoposto:

Questione parchi:
non ricordo la proposta della Prestigiacomo, ma trattandosi di una persona che fondamentalmente stimo poco, non fatico a credere che abbia fatto una proposta del genere. D'altra parte, se è pur vero che i privati pensano al proprio tornaconto, molto spesso i gestori di questi Enti (minori solo nell'immaginario, ma non nel flusso di soldi che assorbono), si preoccupano soprattutto del tornaconto di pochi e selezionati privati, senza avere in cambio la crescita del bene da loro amminEstrato...
Se il privato volesse ricavare un utile dallo sfruttamento di un Parco, fatti salvi i vincoli (tipo impossibilità ad edificare), sarebbe costretto a migliorarlo, a promuoverlo, a renderlo appetibile a tutte le fasce di utenti che possono essere interessate ad un Parco. Purtroppo le biodiversità non si tutelano lasciandole abbandonate a loro stesse, ma ad esempio, mantenendo in ordine i sentieri per gli escursionisti, perché costoro sono i veri numi tutelari della montagna, oppure organizzando escursioni didattiche, incontri con le scuole, ecc... Probabilmente è meglio pagare una somma modesta ad un privato per un servizio, piuttosto che NON poter usufruire del servizio "gratuitamente". Io penso che si possa fare un affidamento "temporaneo" della gestione, con la definizione preventiva di obiettivi precisi (tutela, turismo, valorizzazione, ...), con la possibilità di non rinnovare l'affidamento nel caso di mancato raggiungimento dei risultati.
Non è certo la strada migliore, ma visto che quella ideale non è percorribile...

Questione nucleare:
Faccio mio lo slogan "consumare meno e meglio", ma probabilmente non basta. A parte il tempo necessario per il conseguimento di un risultato qualificante, bisogna onestamente ammettere che il consumo di energia non dipende in maniera sostanziale dalle famiglie, ma dalle imprese, e che in questo campo non è facile intervenire con forme di risparmio sensibile...
Così come ti preoccupi (giustamente) delle scorie del nucleare, dovresti ricordare anche che l'inquinamento prodotto dai sistemi attuali è un sottile killer con cui conviviamo da un secolo abbondante, e che sta avvelenando la Terra sotto molteplici forme, dal buco dell'ozono al riscaldamento globale.
Oltre a ciò, la nostra parte di responsabilità sulla produzione di scorie radioattive ce l'abbiamo già, comprando grandi quantità di energia da Paesi che sfruttano il nucleare. Non solo, la necessità di fornirci energia obbliga centrali come il Superphenix a lavorare ai limiti della propria capacità, aumentando perciò i rischi di funzionamento.
Come ho già scritto, la mia proposta è quella di un Piano Energetico che consenta l'integrazione del nucleare (di nuova generazione) con le energie rinnovabili (in primo luogo sole e vento). La conseguente indipendenza energetica porterebbe ad una marcata riduzione dei costi di produzione di TUTTO, con benefici per l'imprenditoria (che avrebbe maggiore competitività) e per il mondo del lavoro.
Aspetto da non trascurare: avremo il tempo per studiare soluzioni DEFINITIVE (fusione?), in grado di liberarci dal "problema energetico".

Bah... forse è un'utopia anche la mia...
Un abbraccio