mercoledì 19 gennaio 2011

Forex: il miraggio dei soldi facili


Semplicissimo, a sentir loro: ti mandano il manuale a casa, tu te lo leggi (intelligente come sei) e cominci a darti da fare nella compravendita di valute estere. Dopo di che... 
di Marco Giorgerini 

Chiunque navighi in internet incappa prima o poi nella pubblicità di Forex, il mercato di compravendita delle valute estere. Le pagine web che lo pubblicizzano sono numerose, e si va dalle testate giornalistiche ai siti commerciali. I banner, inserzioni pubblicitarie che campeggiano sul web, si differenziano per l'aspetto ma non per le promesse: guadagni astronomici in una manciata di giorni. 
Capita così di vedere la foto di Andrea, commesso trentaduenne, che esclama sereno: «Ho chiuso 3500 euro lo scorso mese con il Forex. Ricevi con me, una formazione gratuita». Il fantomatico Andrea, di cui non è noto neppure il cognome, ha evidenti lacune grammaticali e sintattiche (ah, i traduttori automatici!) ma il suo sorriso assicura che arricchirsi è una cosa da ragazzi. Un altro annuncio pubblicitario del gruppo Forex mostra l'immagine di una donna, bellissima, con sotto la scritta «perché lavorare di + per guadagnare di +? 2h al giorno sono sufficenti per approfittare del tuo tempo libero». Rimangono immutati analfabetismo e promesse grandiose. Naturalmente non mantenibili. Secondo le statistiche il settanta per cento dei trader, ovvero coloro che comprano o vendono strumenti finanziari, non solo non guadagnano ma perdono sonoramente.
Forex, abbreviazione di Foreign Exchange Market, si fonda proprio sul trading online. È un gigantesco mercato telematico, il più grande al mondo, in cui circolano circa 1500 miliardi di dollari al giorno. Aperto ventiquattr'ore su ventiquattro dal lunedì al venerdì, apparentemente semplice da comprendere nei suoi meccanismi fondamentali, ottiene la fiducia di chi vuole “guadagnare facile”. Spesso questi sognatori sono proprio quelli che, ignari di qualsiasi nozione di economia, si affidano speranzosi al sorriso dei vari Andrea che ammiccano dovunque sul web. Gli esperti si riferiscono a loro parlando di “parco buoi” e intendono, per citare le parole del trader fondatore del sito faretradingonline.com, gli «operatori con la testa piena di convinzioni sbagliate che perdono comunque vada». 
Di buoi ce ne sono molti, ma spesso non si tratta solo di illusi che hanno fatto tutto da soli e che pagano il prezzo della loro ignoranza in materia economica. Ad attizzare la loro cupidigia, e ad attirarli nel recinto delle bestie da portare al macello, sono i professionisti che giocano sporco. Quelli che promettono guadagni facili alla portata di chiunque, quando invece dovrebbero fare l’esatto contrario. Così come in Borsa, infatti, muoversi nel mercato Forex è rischioso per definizione. Esso si basa su oscillazioni disancorate da ogni elemento concreto, senza le quali non potrebbe mantenersi in vita. Non a caso passò periodi difficili fino al 1973, anno in cui il valore del dollaro fu svincolato da quello dell'oro. Più di recente,  il mercato è salito agli onori della cronaca per un crac da sessanta milioni di euro. Nel novembre scorso l'indagine condotta dalla guardia di finanza ha portato all'arresto di diverse persone appartenenti alla società IBS Forex, incriminate per truffa aggravata, falso in bilancio e bancarotta fraudolenta. Appena un anno prima la stessa società fallì dopo aver accumulato un deficit di oltre quarantacinque milioni di euro. 
La pubblicità che da tempo invade il web non riguarda la IBS Forex nello specifico, ma avvantaggia il mercato di cui anch'essa fa parte. Dal sito della Forex si ricava soltanto che la società ha un indirizzo a Londra e una sede in Olanda, mentre sappiamo che la IBS Forex ha sede a Como. Quest'ultima, si legge nel verbale della Gdf, «approcciava i potenziali clienti proponendogli forme di investimento che avrebbero reso eccezionali guadagni». Proprio lo stesso meccanismo che regola le inserzioni pubblicitarie su pagine web che, tra l'altro, non hanno niente a che fare con temi economici.
L'articolo 20 del d.l. 206/2005 definisce ingannevole «qualsiasi pubblicità che in qualunque modo […] sia idonea a indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta». Per il momento l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l'ente che stabilisce quali sono i casi di pubblicità ingannevole, non si è espresso in merito all’allegro mercatino on-line delle valute. L'impressione, però, è che gli annunci promozionali di Forex siano precisamente descritti dall'articolo appena citato, fino a diventare un caso da manuale: pubblicità ingannevole per un mercato ingannevole.

Marco Giorgerini 


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