giovedì 18 novembre 2010

Francia, Sarkozy riconferma Fillon

da "La Voce del Ribelle":


Il premier si affretta ad annunciare il suo impegno a «rafforzare la crescita dell’economia al servizio dell'occupazione e a garantire la sicurezza di tutti i francesi». Ma con quali misure resta tutto da vedere 


«In applicazione dell’articolo ottavo della Costituzione, il presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy ha nominato François Fillon come Primo ministro chiedendogli di proporre un nuovo esecutivo»: così recita il comunicato dell'Eliseo diffuso ieri, a 24 ore dalle dimissioni del premier. Il rimpasto di governo era annunciato da mesi, ma che Fillon sarebbe rimasto in sella non era affatto scontato. Anzi, fino a qualche settimana fa ben pochi avrebbero scommesso su di lui. 


In attesa che sia resa nota la composizione dell’esecutivo filtrano già alcune ipotesi. La più probabile sembra quella sulle dimensioni della compagine governativa, che dovrebbe includere 26 ministri e sottosegretari in luogo degli attuali 37. Tra gli esclusi illustri si fanno i nomi del socialista Kouchner e di Morin, rispettivamente ministro degli Esteri e della Difesa, ma c'è anche chi prevede che a sostituire Morin sarà Alain Juppé, ex primo ministro e fondatore dell'UMP, il partito capitanato da Sarkozy. Quanto al ministro degli Esteri, potrebbe essere rimpiazzato da Lagarde, già ministro dell'Economia, o dall'influente centrista Jean-Louis Borloo.


Giocare al totoministri, comunque, non è al momento l'occupazione preferita dei francesi che assistono alla formazione del Fillon 2 con un certo disincanto. Sarkozy è da un bel po' in forte ribasso, e l'approvazione della riforma previdenziale avvenuta pochi giorni fa è stata la mazzata finale per il suo già limitato consenso. Il neopremier ha dichiarato di uscire da «tre anni di riforme coraggiose realizzate nonostante una profonda crisi economica» e mostra di voler operare in continuità con quanto ha fatto finora. Non mette in dubbio la linea politica che ha ispirato la presidenza di Sarkò, ed è proprio questo che l'opposizione gli rinfaccia: «È indecente far credere che le cose cambieranno. La politica sarà sempre quella di Nicolas Sarkozy», sibila Jean Marc Ayrault, capogruppo socialista dell'Assemblea Nazionale. Tuttavia i sondaggi arridono a Fillon (nel marzo scorso mostravano come un francese su due gli desse fiducia), forse proprio perché – suppone tra gli altri Alberto Toscano, dal 1986 corrispondente a Parigi di Panorama – si è tenuto lontano dal protagonismo esasperato del capo dell'Eliseo. Caratterialmente agli antipodi rispetto a quest'ultimo, il placido e diligente Fillon ha attirato su di sé le preferenze di molti senza lanciarsi in roboanti proclami in  favore di telecamera. 


Nonostante il “basso profilo”, comunque, in molte proposte portate avanti nel corso del suo primo governo si scorgeva, al fondo, una non irrilevante quota di populismo. Ha sempre parlato, insomma, soprattutto alla pancia degli elettori. Dalla battaglia per garantire all'Esagono un circuito che potesse ospitare un Gran Premio di Formula Uno alla crociata contro gli happy hour nel tentativo di mettere un freno all'alcolismo dilagante. Ricordiamo anche la sua proposta di legge “anti burqa” che tanto ha fatto discutere e che è stata più volte citata come modello anche da politici italiani (leghisti su tutti). Infine, Fillon è stato tra i più decisi sostenitori della necessità di creare un Fondo monetario europeo per venire incontro ai paesi particolarmente colpiti dalla crisi economica, rimedio probabilmente peggiore del male tenendo conto dei tassi di interesse praticati e dei vincoli che si determinano.


Fin qui, il passato. Quello che l'ex primo ministro si propone di attuare nei restanti due anni che lo separano dal termine del mandato presidenziale non si lascia intendere con precisione. Dopo la riconferma ha avuto modo di dichiarare: «Io mi impegno, sotto l'autorità del capo dello Stato, con determinazione, in una nuova tappa che dovrà consentire al nostro paese di rafforzare la crescita della sua economia al servizio dell'occupazione, di promuovere la solidarietà e garantire la sicurezza di tutti i francesi». Impegni che suonano tanto lungimiranti quanto fumosi e generici (quale capo di governo, del resto, non promette di migliorare la situazione dell'economia e della sicurezza?).


Quel che è certo è che Fillon avrà davanti a sé una strada tutta in salita. Sarkozy perde quotidianamente consensi, e la vera impresa per il premier sarà quella di invertire la tendenza. Difficile, come minimo.


Marco Giorgerini

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