lunedì 15 novembre 2010

Ora la (ridicola) finanziaria. Poi si vedrà.

da "La Voce del Ribelle":


La Commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera alla finanziaria. Prestissimo, dunque, a Montecitorio cominceranno le discussioni sia sulla stabilità finanziaria che sul provvedimento di bilancio.
Il maxiemendamento (di cui abbiamo parlato già quihttp://www.ilribelle.com/quotidiano/2010/11/11/tagli-a-tutto-tranne-che-alle-missioni-di-pace.html) ha un valore di 5,7 miliardi di euro. 
Al suo interno, oltre ai soldi per il rifinanziamento delle "missioni di pace" all'estero, c'è un miliardo per l'Università e la proroga degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione, assegni sociali ecc) per 1,5 miliardi. Manca invece l'ecobonus sulle ristrutturazioni - che il viceministro all'Economia Giuseppe Vegas spera a questo punto di riuscire a reinserire nei prossimi giorni. 
Il prossimo anno poi la parte del salario - di quelli che un contratto di lavoro ce l'hanno ancora - legata alla produttività (dunque i premi produzione) verrà tassata al 10%. Un bell'abbattimento della tassazione, ma applicato su una parte di reddito che vedranno davvero in pochi: non sembra che la produttività in Italia sarà a livello tale da giustificare facilmente premi produzione.
Ma non è finita qui. Nella finanziaria ci sono 245 milioni per le scuole paritarie - che confermano la tendenza tutta italiana ad aumentare la spesa in questo settore a discapito della scuola pubblica. Altri 25 milioni saranno inoltre versati alle Università non statali. 
I fondi per il 5 per mille sono stati ridotti da 400 a 100 milioni di euro. I biglietti dei treni regionali potranno - e probabilmente lo faranno - aumentare, visti i minori fondi al settore, con buona pace dei pendolari, studenti e lavoratori, che proprio non possono fare a meno di utilizzarli giornalmente. Ovviamente questa misura, assieme a tutti i tagli alla spesa pubblica, andrà a pesare sul bilancio economico delle famiglie italiane.
Ancora, viene sovvenzionata l'editoria che, evidentemente, con le sue sole gambe non sa proprio andare. Ben 135 milioni di soldi pubblici andranno a finanziare - ulteriormente - quei giornali che praticamente nessuno legge più. In più sono stati stanziati 45 milioni di euro per le tv locali.
All'interno dell'emendamento sono previste inoltre una serie di entrate - che però in buona parte nessuno assicura ci saranno effettivamente né in quale misura. Tali risorse proverrebbero innanzitutto, di nuovo, dalla lotta all'evasione fiscale. Tanto per cambiare, però, il ddl non prevede una stretta dei controlli o un maggiore impegno e severità nell'accertamento. Quello che si fa è potenziare l'accertamento parziale (e dunque cercare, con le stesse risorse lavorative, di controllare più persone ma in maniera più superficiale - dunque rischiando sia di non accorgersi di un'evasione nonostante quell'impresa o quel nominativo siano stati controllati sia di incorrere più facilmente in ricorsi per eventuali errori) e ridurre le sanzioni per gli evasori che si autodenunciano o scendono a patti col fisco. Insomma l'esperienza dello scudo fiscale, volendolo pensare elaborato in buona fede - che si è risolta, oltre che in un'ingiustizia, in un gettito più basso del previsto e in un mancato rientro di fondi per gli investimenti in Italia - non ha insegnato nulla alla finanza pubblica - ma molto a chi ha fatto dell'evasione fiscale la normalità.
Un secondo introito proverrà dalla stretta sui giochi clandestini con un incremento, in questo caso, delle sanzioni per chi evade le tasse. Altri fondi proverranno presumibilmente dall'asta frequenze tv - che, trattandosi appunto di "asta", si suppone ammonteranno a circa 2,4 miliardi di euro.
In pratica non ci sono soldi per la scuola pubblica, per il trasporto regionale, per le amministrazioni locali, per sostenere l'impresa - mentre ce ne sono per la scuola privata, per finanziare le missioni internazionali e l'editoria che si regge sui contributi statali, anche se in caso contrario non potrebbe far altro che smettere di pubblicare. E soprattutto i soldi che si riescono a utilizzare provengono da una lotta all'evasione fiscale che ha il sapore della complicità e della resa (e che dunque già da ora rende forse più conveniente l'evasione che il pagamento regolare delle tasse) e da "una tantum" (come, appunto, l'asta sulle aste per le frequenze tv) che, essendo tali, non garantiscono nessuna certezza di introito né continuità. Il tutto a fronte di tagli indiscriminati - e alcuna razionalizzazione - della spesa nei settori di maggiore interesse pubblico (la scuola, la sicurezza, la sanità, il lavoro).
Dal prossimo anno dove troveremo i soldi?

Sara Santolini

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