mercoledì 3 novembre 2010

Gangor - un film di Italo Spinelli

Upin (Hadil Hussain), affermato fotoreporter indiano, nel corso di un reportage sulle donne tribali della Purulia, resta incantato dalla bellezza del seno di Gangor (Priyanka Bose) che allatta il figlio all'aperto e immortala quel nudo in uno scatto che finisce sulle prime pagine dei giornali. La foto scatena un grande scandalo e Gangor resta sola, indifesa contro le violenze perpetrate dagli uomini del villaggio. Upin, impazzito per il senso di colpa, sacrifica tutto per aiutare Gangor, ma alla fine sarà lei a portare avanti con coraggio la denuncia contro gli stupratori. Al processo la mobilitazione delle donne diventerà la sua forza. Da un racconto breve (contenuto in "La trilogia del seno") firmato dalla grande scrittrice Mahasweta Devi, da sempre in prima linea nelle cause sociali e femminili. Prima coproduzione Italo-indiana. (dal sito del festival)


Il trailer:



"Gangor" è un film interessante non solo per lo spaccato dell'india che propone, ma anche perché apre una serie di riflessioni sulla condizione della donna - tratta di stupro e maltrattamenti. La pellicola, però, ha qualche problema di troppo. La maggioranza del tempo si passa a vedere il protagonista che, in preda ai sensi di colpa, continua a cercare la donna tribale indiana che ha messo, senza rendersene conto, nei guai. Se è interessante, senz'altro, vedere la reazione della comunità, forse sarebbe stato utile anche vedere come Gangor, da disperata e cacciata dal villaggio sia riuscita ad avere la forza per denunciare non solo uno stupro di gruppo, ma anche un poliziotto tra i suoi aguzzini. Insomma, la trama ha qualche problema: c'è qualcosa di troppo e qualcosa di troppo poco. Irreali poi i dialoghi tra la moglie del giornalista e il suo fotografo che si danno alla ricerca dell'uomo come anche una telefonata fatta da un telefono pubblico da Upin mentre scappa presumibilmente dalla polizia indiana - in cui gli dice di raggiungerlo. 
La fotografia è buona, e mostra un'India ferita ma fiera. Il film merita di uscire, anche in India dove la censura gli sta dando battaglia, per la denuncia della violenza perpetrata senza vergogna e con un senso di impunità dato dalla posizione di potere che i poliziotti hanno.


In Italia consiglio comunque di andarlo a vedere. Non fosse altro per la bellezza e la bravura di Priyanka Bose, che nel film è Gangor.

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