Pakistan nel 2007 come nuovo leader del PPP si conclude con il brutale assassinio di Benazir, ordito, secondo le previsioni della donna, dall’allora presidente Pervez Musharraf o preparato da terroristi fondamentalisti secondo la difesa di Musharraf. Il documentario acquista interesse grazie ai rarissimi materiali di repertorio, alle registrazioni audio mai ascoltate prima e soprattutto alle interviste con il vedovo Asif Ali Zardari (attuale presidente del Pakistan) e i figli. (dal sito del festival)
Il trailer:
Il suo nome, Benazir (da "ben" e "azir"), significa "senza paragoni". È la prima cosa che ci dice il documentario parlando di uno dei Primi Ministri più importanti della storia del Pakistan. Scopriamo a fine proiezione dalla voce del regista che l'idea di girare questo documentario, per niente celebrativo ma fortemente critico, gli è venuta a poche ore dalla morte di Benazir, il ministro che, durante due soli mandati, ha migliorato l'assistenza sanitaria, l'istruzione e la situazione delle donne (ad esempio per l'accesso al lavoro in tribunale e nello sport) e che ha ispirato milioni di donne musulmane - che non accettano più supinamente di vedere martorizzato il proprio futuro - prima di essere ucciso.
Il documentario è affatto noioso e coniuga bene le riprese originali con le interviste attuali e le ricostruzioni storiche.
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